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Donazione Tirelli

La vita nel costume, il costume nella vita (Firenze, Palazzo Pitti 18 dicembre 1986 - 8 marzo 1987)

1986, a tre anni dalla nascita della Galleria del Costume di Palazzo Pitti, Firenze viene designata capitale europea della cultura. In questa occasione viene inaugurata la mostra dedicata ai costumi della Donazione Tirelli, patrimonio ricco e prezioso che trova nelle sale del museo uno spazio espositivo adeguato ad esprimere una rinnovata attenzione per la moda, con l’invito a guardarla con occhi diversi. Contemporaneamente infatti, si apre presso il Pavillon Marsan del Louvre  il Museo delle Arti della Moda, che riunisce ed integra le collezioni parigine dedicate alla storia della moda e del costume.
La mostra propone un percorso non legato all’attualità, piuttosto saldamente ancorato alla storia attraverso la visione personale e spettacolare di Umberto Tirelli.
Come riportato nelle parole di Sergio Salvi, direttore del Centro Mostre di Firenze “ Una mostra a cospetto di un museo e a parità di contenuto culturale è un discorso, laddove il museo è piuttosto un dizionario. Se i costumi scelti per un’esposizione rappresentano il lessico, l’allestimento  deve fornire la necessaria sintassi per produrre il discorso.” 
Umberto Tirelli, Piero Tosi e Piero Micheli costruiscono un discorso  alternando abiti autentici e costumi, fondendone le storie, rivelando assonanze ed evidenziando la minuziosa fedeltà storica riservata alle creazioni per cinema e teatro.


Prefazione del catalogo di Umberto Tirelli

Negli ultimi anni mi è successo spesso di pensare che la vita con me è stata generosa, direi prodiga, al punto da regalarmi addirittura due madri: Dirce Mantovani Tirelli e Giuditta Maggioni Roux.
Dirce mi ha messo al mondo. Era una donna semplice della Bassa Padana, molto intelligente e molto positiva, interamente dedita alla famiglia e al lavoro.
È lei che mi ha insegnato ad amare e a rispettare "il lavoro". Mi ha insegnato con le parole e soprattutto con l'esempio che il lavoro non è solo un dovere dell'uomo, ma anche un grande privilegio, perché inesauribile fonte di soddisfazioni e inostituibile aiuto nei momenti difficili e dolorosi della vita.
La signora Roux mi ha insegnato "il mio" lavoro. Lavorando accanto a lei ho imparato non solo il mestiere, ma anche che nella vita non bisogna mai smettere di studiare, e che bisogna sempre continuare ad approfondire le proprie conoscenze e perfezionare la propria tecnica.
Per ricordare queste due donne tanto importanti nella mia vita e ricordare il debito che ho verso di loro ho deciso di dedicare alla loro memoria la Donazione che ho fatto al Museo del Costume di Palazzo Pitti in occasione del ventesimo anniversario della mia Ditta.
La D
onazione consta di due parti: una è composta di abiti autentici, ed è frutto della mia curiosità e delle ricerche che ho compiuto; l'altra è composta di costumi creati peril teatro e per  il cinema dall'estro dei costumisti ricordati più avanti in questo volume, ed è frutto del mio lavoro e di quello dei miei validi collaboratori, che desidero qui ringraziare.  È  anche merito loro se la "Tirelli Costumi" è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo; è anche grazie alle loro qualità umane e professionali che il frutto del nostro alto artigianato ha contribuito alla realizzazione di opere di grande valore artistico nel campo dello spettacolo. Ringrazio soprattutto Anna Silvestri, Maria Consalvo, Emilia Severoni, Maria Fasoli, Luigi Russo, Lorenzo Lucci, Giorgio D'Alberti, Luigi Morena, Piero Elia, Piero Ventura e con loro tutti i miei collaboratori passati e a venire.
Un ricordo anche a Dino Zanardo che per primo credette nel mio lavoro. Infine non posso dimenticare il grande appoggio morale e affettivo che Bice Brichetto e Dino Trappetti hanno dato alla realizzazione delle mie idee e iniziative professionali.
Forse qualcuno si chiederà perché io - che sono nato a Gualtieri, vivo a Roma e amo Capri - ho deciso di fare questa Donazione proprio a Firenze. La ragione di questa scelta è duplice: Firenze è per me il simbolo del perfetto matrimonio di artigianato e arte; e Palazzo Pitti è uno straordinario crocevia dove si incontrano tutte le espressioni della creatività umana, come ho imparato collaborando anni fa all'allestimento della mostra "Curiosità di una reggia" grazie all'amicizia e alla stima di Marcella Traballesi e di Cristina Piacenti. Inoltre la giovane Galleria del Costume ha già dato prova di stile nelle scelte e di qualità nell'allestimento; perciò mi pare giusto aiutarla nel cammino intrapreso, che la porterà presto - ne sono certo - a diventare uno dei grandi Musei di Costume del mondo.

Costumista: Tosi Piero


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