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Nuovomondo

Abito da giorno in due pezzi composto da gonna e corpetto. Gonna in lana rigata marrone, blu e nera, con tagli a losanga profilati di rasatello bordeaux dai quali prendono vita piegoni nel fondo della gonna. Corpetto in lana tweed carta da zucchero, con maniche lavorate e piegoline. La pettina, con le manichette in lanetta cordonata grigio azzurrato, è tessuta a motivi circolari che circoscrivono dei piccoli fiori. La guimpe, con ruches in pizzo avorio, è rifinita da bottoncini di raso.

Epoca di ambientazione: 1900.

Costume indossato da Charlotte Gainsbourg.

 
Foto dell'abito
Foto dal set
Materiali
Lavorazioni
 

Mariano Tufano

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  • Il film ha ottenuto un ampio riconoscimento sia presso il pubblico sia presso la critica, oltre ad aver vinto un inaspettato Leone d'Argento al Festival del Cinema di Venezia.
  • Il film ha ottenuto anche un David per i costumi. In preparazione del film, il costumista Mariano Tufano ha svolto un studio molto accurato nell'archivio del Museo di Arti e Tradizioni Popolari di Roma, studiando i costumi popolari, le forme, i disegni, ricavando perfino i cartamodelli degli abiti. "La mia ricerca - afferma Tufano - non è stata solo iconografica, ma anche sui materiali, per trovare l'essenza stessa dell'abbigliamento. Mi interessa la costruzione dell'abito, il modo in cui i pezzi erano abbinati tra di loro. Il mondo popolare è molto diverso da quello borghese, per la stratificazione di simboli, significati, materiali".
 

Nuovomondo

Anno: 2006

All'inizio del XX secolo, la famiglia siciliana dei Mancuso lascia Petralia Sottana alla volta dell'America. Salvatore, deluso da una terra poco generosa, si affida alla Madonna e, dopo averle offerto un sasso macchiato di sangue e portato in bocca in segno di sacrificio, le chiede quale strada prendere, se restare o partire. Il "segno" arriva: poco dopo Pietro, il figlio muto, porta le foto di un ortaggio tanto grande da dover essere trasportato su una

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L'atelier degli Oscar

I costumi della sartoria Tirelli per il grande cinema
Data: 2009-04-29

Chiudete gli occhi e cercate di rivivere la scena di un grande film in costume. C’è da scommettere che almeno uno dei personaggi che vi verrà in mente veste Tirelli. L’esercizio è del resto facile visto che il grande atelier romano fondato negli anni Sessanta da Umberto Tirelli, geniale “realizzatore di costumi e archeologo della moda” secondo la definizione di Guido Vergani, ha “vestito” i protagonisti di almeno una trentina di film che, non[...]

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