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La leggenda del pianista sull'oceano

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Costumista: Maurizio Millenotti | Regista: Giuseppe Tornatore |

Danny Boodman, un macchinista di colore del transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassa di limoni nella prima classe della nave. Danny battezza il bambino con il proprio nome, Danny Boodman, aggiungendovi l'insegna presente sulla cassetta in cui lo ha trovato ("T.D. Lemon") pensando che il significato di T.D. fosse "Thanks Danny" e che quindi lui fosse destinato ad allevare il bambino, ed il secolo dell'anno in cui ha trovato il bambino (1º gennaio 1900) ("Novecento"): Danny Boodman T.D. Lemon Novecento sarà poi chiamato solamente con l'ultimo dei suoi appellativi.

Danny decide di allevarlo in segreto, per impedire che possano portarglielo via. Il bambino vive così i primissimi anni della sua infanzia nella sala macchine del piroscafo, salvo poi uscirne conoscendo e conquistandosi la simpatia dei restanti membri dell'equipaggio. In seguito alla morte accidentale del padre adottivo, dovuta ad un incidente causato dai grossi lavori nella sala macchine (una carrucola impazzita lo colpisce alle spalle), il fanciullo riesce a sottrarsi ai poliziotti che, dietro ordine del capitano Smith, dovevano prelevarlo e consegnarlo presso un orfanotrofio.

Scompare per giorni interi, ma infine, con somma sorpresa di tutti, si fa ritrovare una notte in prima classe mentre suona il pianoforte con eccezionale bravura. Col passare degli anni diventa il pianista della nave, suonando per i passeggeri durante le serate e per conto proprio, in terza classe, con un altro pianoforte. Molti anni dopo, senza essere nel frattempo mai sceso dal transatlantico, conosce Max Tooney, untrombettista con il quale suonerà per molti anni e stringerà una solida amicizia.

La notizia della sua bravura come improvvisatore ed esecutore si diffonde, al punto da condurre da lui un altro pianista, il famoso Ferdinand "Jelly Roll" Morton, che lo sfiderà in un duello all'ultima nota. Nonostante l'apparente superiorità di questo nell'esecuzione di brani al pianoforte come "The Crave", risulta infine evidente l'abilità innata di Novecento, che si aggiudica la vittoria del duello eseguendo un exploit della famosa melodia eseguita a più mani "Enduring Movement". Jelly Roll Morton rimarrà chiuso nella sua stanza per tutta la durata del viaggio e scenderà al primo scalo.

Novecento non cede alle ripetute esortazioni dell'amico a scendere dalla nave ed andare incontro alla fama ed al successo: un impresario aveva anche approntato una sala di registrazione sulla nave per incidere la sua musica, arrivando a generare una lacca che lo stesso Novecento poi distrugge opponendosi con tenacia all'idea di immortalare la musica su un disco, gesto dettato anche da una delusione amorosa nei confronti di una passeggera, alla quale aveva tentato invano di regalare l'unica copia. Arriva anche un giorno in cui è sul punto di sbarcare, ma fermatosi sul pontile con valigia e soprabito, con l'intero equipaggio pronto a seguire l'evento, dopo avere guardato il paesaggio cambia idea e torna sui suoi passi.

Resta così a bordo anche quando Max lo lascia, all'alba della seconda guerra mondiale, per andare a cercare fortuna altrove. Diversi anni dopo, quando il transatlantico è in disarmo e ormai prossimo a essere abbattuto con una esplosione, Max vi ritrova l'amico, nei meandri ormai deserti: gli anni prima era rimasto a fare compagnia ai numerosi soldati ospiti della nave trasformata in un ospedale militare. Dopo un ultimo tentativo per convincerlo a scendere, Max capisce che Novecento è intenzionato a morire insieme alla (ormai sua) nave.

La vicenda è narrata con continue analessi, e raccontata proprio da Max nel secondo dopoguerra, dopo diversi anni, all'anziano proprietario di un negozio di dischi e strumenti musicali, in cui era entrato per vendere la sua tromba. Richiesto ed ottenuto di suonare la sua tromba per l'ultima volta, Max suona il pezzo contenuto nell'unico disco inciso da Novecento, distrutto a suo tempo dal suo amico, ma che Max aveva subito recuperato e nascosto, all'insaputa di Novecento, nel pianoforte in terza classe del Virginian.

Il vecchio, che aveva trovato il disco dentro al piano, finito per caso nel suo negozio, riconosce la melodia e, rapito dalla bellezza della musica di Novecento, si fa raccontare da Max la storia di quel "pianista eccezionale". Alla fine della storia il vecchio restituisce a Max la sua vecchia tromba, commentando "in culo i soldi, una buona storia vale più di una vecchia tromba", parafrasando un'espressione ricorrente di Danny Boodman, e poi anche di Novecento, che così dicendo si facevano beffe di ogni regola precostituita di quel mondo di terraferma dove il pianista sull'oceano non aveva mai posato piede.

La leggenda del pianista sull'oceano

Soprabiti con maniche a mantellina in maglia di seta avorio a motivo arabescato rosso, con collo e bordi in lapin rosso acceso.Cappelli in feltro rosso guarniti da nastro in grosgrain avorio e rosso. Epoca di ambientazione: 1925. Indosssati da due comparse in una scena girata sul pontile della nave. [...]

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La leggenda del pianista sull'oceano

Abito da sera con giacca in crespo avorio interamente ricamato con perline avorio. La doppia gonna di organza sbieca si inserisce nel fondo dell'abito attraverso il classico, triangolare, taglio dell'epoca. Epoca di ambientazione: 1935. Abito indossato da una comparsa. [...]

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La leggenda del pianista sull'oceano

Abito da sera in organza giallo pallido con gonna a petali e mantellina rifinita nel fondo con una doppia balza dello stesso tessuto. Collo guarnito con tralcio di fiori in organza. Epoca di ambientazione: 1935 Abito indossato da una comparsa. [...]

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La leggenda del pianista sull'oceano

Abito da sera in chiffon verde muschio con cadute stessa stoffa sulle spalle. Lo scollo è disegnato da un motivo triangolare di crepre satin e guarnito con un tralcio di fiori in organza. Epoca di ambientazione: 1935. Abito indossato da una comparsa. [...]

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La leggenda del pianista sull'oceano

Abito da sera in georgette giallo con fiori di velluto in rilievo. Giacchino in velluto panné sfumato nei colori del verde chiaro e giallo, guarnito al collo con fiori di organza. Epoca di ambientazione: 1935 Abito indossato da una comparsa. [...]

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Costumista: Millenotti Maurizio

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